
La globalizzazione non ha creato problemi solo alle realtà nazionali sia commerciali che produttive. Il decentramento produttivo in paesi come la Cina e L’India ha messo spesso in ginocchio realtà commerciali nazionali con conseguenze gravissime sia per l‘occupazione che per le finanze di certe aziende. Da alcuni mesi questa realtà ha messo in crisi anche gli operatori cinesi che operano sul territorio nazionale. Molte realtà commerciali cinesi hanno chiuso i battenti travolte dalla poca redditività del loro commercio. Non solo al nord in città come Trieste dove si è passati da 237 attività a 91 ma anche al sud in città come Bari e Napoli si è verificato lo stesso problema. In alcuni casi , dopo anni di cessione da parte di commercianti italiani a quelli cinesi, si sta verificando l’ipotesi opposta e cioè che i commercianti cinesi rivendono le loro attività agli italiani.
La poca domanda rispetto all’eccesso di offerta di questi negozi spesso generici e poco qualificati ha di fatto creato il cortocircuito. Anche in altri settori come la ristorazione o l’artigiano parrucchiere l’iniziale prezzo concorrenziale aveva fatto la differenza ma con il recupero della qualità e del made in Italy anche questi settori hanno dato il via a chiusure e ripensamenti. Insomma la Cina ha dato problemi proprio ai cinesi e questo è un nuovo mondo che si presenta al futuro commerciale. La qualità al posto del prezzo basso a tutti i costi. Il futuro non è il low-cost ma il prezzo adeguato per un lavoro adeguato e funzionale al servizio sia esso commerciale che artigianale. Teniamone conto per chi vuole aprire una attività : la qualità è un valore aggiunto.