
Da un indagine pubblicata sul Sole 24 ore risulta che:
“In Italia, il settore – che riunisce l’intimo, le collezioni mare e la calzetteria e fattura circa 4 miliardi di euro l’anno – sta vivendo un momento di incertezza e registra un andamento diverso rispetto a quello del comparto moda: secondo i dati forniti da Sistema Moda Italia ed elaborati da Sita Ricerca, nei primi nove mesi del 2015, infatti, ha registrato un calo delle esportazioni pari al 5,4% e, nello stesso periodo a fronte di un aumento dell’import del 2,6%. Nello stesso periodo, invece, si è verificato un “rasserenamento” del mercato interno che ha fatto segnare un +0,3%. Il dato restituisce un settore in sostanziale stabilità e spicca soprattutto se confrontato con il calo del 2,4% che l’abbigliamento made in Italy ha registrato sul mercato domestico nel periodo gennaio-settembre dello scorso anno. Analizzando nel dettaglio le categorie merceologiche, le performance migliori sono quelle della calzetteria e del beachwear, che comprende costumi ma anche parei e abiti da mare: nel primo caso il sell out è cresciuto del 2,4%, nel secondo del 2,6%.
A rivoluzionare il mercato della lingerie, in Italia e non solo, è stata la trasformazione dei canali distributivi. Ai negozi multimarca si sono affiancate le catene di negozi monobrand, di proprietà oppure in franchising, che hanno contribuito da un lato a rafforzare la presenza delle etichette dalle grandi vie dello shopping ai centri commerciali e, dall’altro, a far crescere l’identità del marchio. Le catene oggi coprono il 37,8% del mercato italiano, seguite dagli indipendenti, passati al 17,9%.
Un altro grande terreno di sviluppo per le vendite di prodotti di moda e, più nello specifico, di intimo, abbigliamento mare e calzetteria, è il Web: gli acquisti di intimo online sono passati da 151,5 milioni di euro nel 2014 a quasi 237 milioni nel 2015, assicurando così all’e-commerce una quota pari al 5,3% del mercato. Chi acquista online lo fa per varie ragioni: comodità, velocità, ampia scelta di prodotti. E convenienza: il canale digitale consentirebbe ai propri clienti di spuntare un prezzo del 45% in più rispetto all’off-line.”