
Chi opera nel commercio necessita di sapere come cambia l’orientamento di acquisto del consumatore finale soprattutto per anticipare, ove possibile , le richieste, i bisogni e le perplessità su certi articoli o gruppi di articoli.
Un indagine molto precisa e approfondita del centro studi di Confcommercio risulta quanto segue: Nel 2015 ogni italiano in media ha speso € 6,5 al giorno in
alimentari e bevande riducendo la quota del reddito destinata all’alimentazione dal 17% del 1995 a poco più del 14% nel 2015.
Nelle altre voci di spesa si passa per esempio nel vestiario e calzature da un 7,7% del 1995 al 6,2% del 2015. Teniamo conto che negli anni ’70 la spesa di questo comparto si aggirava sul 20%.
Una buona parte della spese delle famiglie italiane si convogliano nella
casa e sono passate dal 18,3% al 23,9% , drenando una buona parte della liquidità non più disponibile per altri comparti.
Alcune realtà hanno conosciuto dinamiche positive : il caso dell’elettronica di consumo come l’information techonolgy domestica e delle telecomunicazioni ; il consumo procapite in queste aree nel corso degli ultimi 21 anni ( facendo riferimento al 2016 come punto di arrivo ) è stato moltiplicato per 4,4 nel primo caso e 2,8 nel secondo. Per fare un esempio se nel 1995 si spendevano ( riportando in euro le spese in lire ) 10 euro oggi nel settore inf. Tec . Se ne spendono 44 e nelle telecomunicazioni gli stessi 10 euro oggi sono diventati 28.
Perché sapere tutto ciò é importante? Perché per orientare l’inizio di una attività commerciale sapere questo ed altro permette di partire con il piede giusto.