
Nell’immaginario collettivo il carburante è sempre stato legato al marchio più pubblicizzato o che era più presente sul territorio. Insegne famose i cui slogan sono ben fissati nella memoria collettiva:” metti un tigre nel motore ” o ” ti segue sempre ” ect. hanno fatto la storia dei pieni di carburante di milioni di italiani. Dall’avvento della liberalizzazione e della ottimizzazione del numero dei distributori qualcosa è cambiato. Dal 2007 al 2016 vi è stata una riduzione del numero delle” pompe ” del 5,6% passando da 22329 a circa 21000. In questo dato però si evidenzia che ad avere la peggio sono gli impianti convenzionati che hanno perso una quota in quantità di presenza del 20,3% e quelli diretti delle compagnie petrolifere – 13,5% . In netta controtendenza sono invece le pompe ” anonime” che sono gestite da operatori indipendenti che hanno avuto un incremento del 183,3% sostanzialmente per il risparmio che offrono al consumatore finale. Tutto questo avviene a seguito di una maggiore attenzione che l’automobilista pone ai prezzi e quanto questo può influire sul proprio portafoglio ma anche sulla razionalizzazione del settore e delle nuove norme di sicurezza stradale che premiano le strutture nuove e fuori città e che sono state realizzate negli ultimi anni soprattutto da operatori indipendenti. Insomma il nuovo è bello e competitivo.