
Quello che manca in Italia, da sempre, è avere equilibrio : nei giudizi, nelle attività nella vita comunitaria e anche nel lavoro. Si passa spesso dalla euforia più sfrenata alla più nera depressione. Non abbiamo , a parte rari casi , la facoltà di analizzare quello che accade con lucidità e distacco. Questo ci impedisce di prendere decisioni oculate e logiche. Analizziamo alcuni comparti della vita per vedere che effetto avrebbero se l’equilibrio avesse la meglio:
LAVORO
In questi anni di crisi molte aziende sono state costrette a rincorrere vendite e fatturato curando poco la prospettiva a lungo o medio termine. Il risultato è stato che nei momenti migliori si è gridato alla ripartenza e all’uscita dalla crisi . Quando invece questi dati positivi si sono nuovamente trasformati in parziali arretramenti ci si è subito lamentati che eravamo ancora in piena crisi. Pochi hanno saputo valutare che una ripartenza non è una linea retta verso l’alto ma che è fatta di punte in alto e punte più in basso ma quello che è essenziale che le punte in alto creino una linea in crescita. Una valutazione di equilibrio avrebbe fatto creare momenti di concentrazione sulle fasi successive pronti a gestire in positivo l’evoluzione.
FAMIGLIA
La carenza di lavoro giovanile ha fatto aumentare l’effetto “chioccia “ con il risultato di deprimere ancora di più la psicologia dei nostri giovani. In una realtà di carenza di lavoro era invece importante sviluppare le idee, che i nostri giovani sicuramente hanno, e indirizzare li le poche risorse che ci sono a disposizione di queste idee per svilupparle e metterle in opera , invece di elargire liquidità al momento e fine a se stessa. Capisco che non è facile dare un indirizzo di questo tipo ma è importante per evitare poi domani la fuga di giovani verso l’estero continui perchè alcune nazioni sono più pronte a capire le potenzialità individuali.
ECONOMIA
Anche in questo comparto si sono inseguiti metodi di ” tentato ” sviluppo con accorgimenti sul breve per cercare di dare un certo numero di posti di lavoro in più ma senza stimolare una base produttiva che langue senza idee. I nuovi posti di lavoro trovati, e che non sono pochi, rischiano di avere vita effimera se non sono supportati da sviluppo , ricerca e di visione nel lungo termine. L’equilibrio sarebbe stato di vedere in contemporanea alla offerta di lavoro finanziamenti seri e consistenti sia in sviluppo tecnologico che in fase di infrastrutture ed in innovazione.
Insomma equilibrio non significa la X del totocalcio ma 1 e il 2 per le vittorie nella propria azienda e nel mercato esterno.