
Dopo sei mesi dal referendum che ha sancito la volontà degli inglesi di uscire dalla UE ( veramente non tutti gli inglesi sono di questa opinione ) l’dea che questo avrebbe comportato veri problemi economici per il Regno Unito per ora da esito opposto. Sembra che il sole splenda ancora sull’economia britannica con un PIL cresciuto nel terzo trimestre del 2016 dello 0,6% e che questo trend possa proseguire anche nel calcolo di fine anno. Questi risultati hanno portato alcuni giornali inglesi ha leggere questi dati con un successo della scelta fatta dagli elettori ma forse non è così. Un analisi un po’ più attenta ci fa pensare che per ora il governo di Sua Maestà non ha ancora intrapreso le procedure per uscire dall’UE e quindi tutta l’atmosfera è come sospesa in attesa di come la nazione uscirà dall’area Euro. La Banca d’Inghilterra è molto cauta e non ritiene che le conseguenze non potranno venire a galla in seguito. Nonostante una sterlina debole, per esempio, le esportazioni non sono aumentate e il consumo interno è tenuto alto da un costo del denaro basso che indebita il consumatore a fronte di un monte stipendi fermo da tempo. Inoltre la vera uscita dalla UE non comincerà veramente prima del marzo 2017 con due anni di tempo per completarla. Non è stato ancora deciso se uscire anche dal mercato comune oppure no. Insomma è troppo presto per pensare che la Brexit per gli inglesi sia un ” no problem ” e anche per gli altri paesi europei è tutto da verificare. Il 2017 comunque è un anno cruciale per l’Europa e la Brexit ne è solo un tassello.