
ANNO 2014 scrivevo
quale allora Coordinatore Regionale Toscana dell Fnaarc:
Il ruolo e l’attività dell’Agente di Commercio nella stagione economica attuale è ben diverso da quello che ci possiamo ricordare nel passato anche recente.
L’impresa Commerciale Agente di Commercio è costretta a capitalizzare assai massicciamente la propria attività molto più e molto più a lungo di quanto accadeva alcuni anni fa.
I ridotti fatturati per azienda e la difficoltà, spesso, di reperire sul mercato nuovi clienti portano inevitabilmente ad aumentare il numero dei passaggi presso la clientela con ovvi aumenti di costi e di stress personale. Di contempo le Case Mandanti sempre alla ricerca di fatturato o impongono ritmi di lavoro e di badget impraticabili o tendono a ridurre zone e provvigioni nel’intento di inserire nuovi soggetti sperando in un allineamento di nuovi clienti derivanti dai nuovi Agenti inseriti.
A tutto questo si devono aggiungere le estemporanee decisioni dei Direttori Commerciali che avvicendandosi alla guida delle aziende pensano bene, come primo atto distintivo, di cambiare gli Agenti nelle varie Zone.
Credo che sia il momento di porre i puntini sulle “ i “: Indisponibilità a fare da capri espiatori di una situazione di crisi economica che viene da lontano e non certo dalla scarsa professionalità e dall’impegno degli agenti di commercio; Inaccettabilità di pagare per colpe di scarsa imprenditorialità di certe Case Mandanti che puntando esclusivamente al lucro hanno perso di vista la mission dell’economia di zona e di salvaguardia dei posti di lavoro e della loro stessa identità; Riconoscimento dell’importanza della presenza in una certa zona dell’Agente di Commercio che è sinergia importante per il tramite con l’azienda madre e come baluardo di notizie e di interventi nei confronti della concorrenza; individuazione delle giuste remunerazioni a copertura di investimenti in tempo e denaro che non possono essere difesi dal solo preavviso specialmente se si opera per una azienda appena entrata nel mercato e che darà vantaggi e guadagni solo dopo anni.
Su tutto questo e altro ancora un sindacato serio e responsabile deve aprire un tavolo di discussione e trattare da una posizione di forza e non di debolezza. Spesso siamo più preparati noi delle aziende produttrici ma ci facciamo remora a farci intendere ; dobbiamo cambiare passo e immagine carismatica verso le nostre controparti.
Luca Chiari